Dopo aver “esposto” a gennaio la scultura invisibile “Uomo che pensa” in piazza Manno, nel centro di Oristano in Sardegna, Salvatore Garau presenta “Buddha in contemplazione” a Milano in Piazza della Scala: un quadrato tracciato in terra col gesso delimita il punto preciso della scultura, a 25 metri esatti dall’ingresso delle Gallerie d’Italia, che ospita tra le opere della sua collezione anche una tela di Garau. Una scultura fatta di sola aria a impatto ambientale zero, che esiste perché l’artista così ha deciso, e perché si affida all’immaginazione di chi osserva, ispirato dal solo titolo “Buddha in contemplazione”. Nato in Sardegna, dalla forte personalità, intesa come indipendenza di pensiero, artista poliedrico sempre disposto ad andare oltre, attratto dal bisogno di sperimentare, Garau sottolinea la genesi di questa sua nuova arte “invisibile”: “Come la musica, il canto o la preghiera ci aiutano a vedere ciò che non vediamo, così anche solo un titolo è sufficiente per farci vedere e percepire un’esistenza. Non importa che sia visibile o non visibile, questa forma generata col pensiero adesso è qui, sopra il quadrato bianco, ormai esiste e resterà in questo spazio per sempre e il tempo non potrà deteriorarla”. Salvatore Garau infatti si ricollega alla musica e ricorda nella nostra intervista la sua esperienza come batterista negli Stormy Six, fra i più noti gruppi europei di rock-progressive.

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